Piante da evitare in camera da letto: come compromettono la qualità dell’aria e il riposo notturno

Piante da evitare in camera da letto: come compromettono la qualità dell'aria e il riposo notturno

Ludovica Biase

Dicembre 11, 2025

La camera da letto dovrebbe essere un rifugio di aria pulita e tranquillità, un luogo dove il corpo si rigenera nel silenzio della notte. Tuttavia, chi tiene piante in stanza potrebbe non sapere che alcune specie influiscono in modo significativo sulla composizione dell’aria durante il riposo. Mentre di giorno le piante sono note per la produzione di ossigeno e la purificazione dell’ambiente, di notte avviene un processo meno conosciuto: molte piante consumano ossigeno e rilasciano anidride carbonica, modificando l’equilibrio dell’aria. Questo fenomeno ha un impatto concreto sulla qualità del sonno, soprattutto in spazi chiusi o poco ventilati, comuni nelle abitazioni urbane. Chi vive in città lo nota spesso, con ambienti che si fanno più pesanti e meno ossigenati durante le ore notturne, quando il nostro corpo invece ne ha maggior bisogno.

Come alcune piante influenzano l’aria della camera da letto

Non tutte le piante si comportano allo stesso modo quando cala la sera. Diverse specie diffuse nelle case italiane presentano un metabolismo notturno che cambia il bilancio tra ossigeno e anidride carbonica. In particolare, il Pothos (Epipremnum aureum) è tra le piante più comuni che consumano ossigeno e rilasciano CO2 nelle ore di buio. Anche il Ficus elastica, noto come fico del caucciù, presenta lo stesso comportamento, diminuendo la quantità di ossigeno nell’ambiente. Questo effetto è più marcato in camere poco areate o in ambienti urbani dove il ricambio d’aria naturale è limitato. Ciò rende più fragili le fasi di sonno profondo e il riposo rigenerante.

Non solo queste specie largamente diffuse: anche l’Olivo (Olea europea), seppur insolito in spazi interni, contribuisce a consumare ossigeno di notte. Il fenomeno riguarda inoltre i cactus e le piante grasse, considerate di solito neutrali per la qualità dell’aria, ma in realtà portatrici di emissioni di anidride carbonica durante il riposo. Chi abita in città tende a portare molte piante in camera per migliorare l’ambiente, senza però considerare questi aspetti meno evidenti. È il motivo per cui alcuni risvegli notturni o sensazioni di affaticamento persistente possono trovare una spiegazione anche nell’atmosfera di casa.

Piante da evitare in camera da letto: come compromettono la qualità dell'aria e il riposo notturno
Il Ficus elastica, con le sue foglie lucenti, è tra le piante che di notte consumano ossigeno, sconsigliato in camera da letto. – radiocitybar.it

Questi elementi sottolineano l’importanza di una scelta consapevole delle piante da tenere in camera da letto. Anche se il cambiamento nella composizione dell’aria non è visibile, incide direttamente sulla qualità del sonno, con potenziali risvolti sulla stanchezza, la concentrazione e il benessere di chi trascorre molte ore al chiuso. Lo raccontano i tecnici del settore, che suggeriscono di prestare attenzione alle specie presenti, soprattutto in ambienti poco ventilati o caratterizzati da ricambio d’aria limitato.

Piante consigliate e abitudini per un’aria più sana in camera

Non tutte le piante hanno un impatto negativo sulla qualità dell’aria notturna. Alcune varietà rilasciano ossigeno anche durante le ore di buio e favoriscono un ambiente ideale per il riposo. Il gelsomino è uno degli esempi più noti: oltre al suo profumo rilassante, emette ossigeno anche di notte, contribuendo a migliorare la salute del sonno. Allo stesso modo, la lavanda viene apprezzata per l’effetto calmante che facilita il rilassamento prima di dormire. Tra le piante che aiutano a mantenere un’umidità equilibrata e a purificare l’aria spicca la felce di Boston, capace di creare un microclima fresco e salutare nella stanza.

Un’altra pianta molto utile è l’aloe vera, nota per la sua emissione notturna di ossigeno e per le proprietà benefiche sulla pelle. Accanto alla scelta delle piante, la ventilazione resta un fattore chiave: aprire le finestre regolarmente è uno dei modi più efficaci per rinnovare l’aria, soprattutto in città dove lo scambio naturale può essere limitato. L’uso di purificatori d’aria con filtri HEPA rappresenta inoltre una soluzione per ridurre l’accumulo di polveri sottili e allergeni, favorendo un clima più salubre.

Mantenere la stanza pulita e in ordine contribuisce significativamente a limitare la presenza di allergeni e polvere, elementi che possono compromettere la respirazione e la qualità del riposo. Cambiare spesso la biancheria, pulire pavimenti e tappeti e monitorare il livello di umidità sono azioni efficaci. Un’umidità relativa compresa tra il 30% e il 50% è ottimale per evitare muffe e irritazioni delle vie respiratorie. Questi accorgimenti realistici sono in grado di migliorare sensibilmente il comfort dell’ambiente notturno.

Per chi vive in appartamenti urbani, la convivenza con le piante richiede qualche attenzione in più. Conoscere il loro comportamento notturno consente di fare scelte più informate, evitando conseguenze negative sulla qualità del sonno. Un dettaglio importante che in molti percepiscono soprattutto nella stagione invernale, quando le finestre restano chiuse più a lungo e l’aria stagnante si accumula in casa.

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