Spesso la potatura del melograno viene lasciata un po’ in secondo piano, eppure si tratta di un passaggio che fa una bella differenza per la pianta e per ottenere frutti in quantità. Tagliare via rami troppo fitti o malandati migliora l’aerazione e fa entrare più luce nella chioma, due cose che non si possono sottovalutare per una crescita equilibrata. Insomma, non serve solo a rendere la pianta più carina da vedere, ma incide anche sulla produzione e sulla resistenza contro stress vari. Se coltivi melograni da qualche tempo, sai che la potatura regolare vale come un’assicurazione sulla durata e sulla qualità dei frutti.
Da noi, specialmente in Italia dove il clima può cambiare parecchio da una zona all’altra, la potatura va fatta con attenzione ancora maggiore. I melograni ben sistemati reggono meglio il peso dei frutti: se no si rompono e salta tutta la raccolta. Quando intervenire e come farlo sono dettagli che contano: una potatura fatta con giudizio spinge la pianta a far germogliare rami nuovi e pieni di vigore, mantenendo la chioma in salute.
Il momento più indicato per potare il melograno
Il periodo in cui si pota ha effetti diretti su come la pianta reagirà e su come andrà l’anno successivo. In genere si agisce prima che inizi la ripresa vegetativa, così la pianta può godersi tutte le energie per i nuovi getti. Nel Nord Italia, con clima mediamente temperato, il momento migliore è tra fine inverno e inizio primavera, mentre dove fa più freddo si aspetta che il rischio gelate passi.

Ma non basta guardare il calendario. È osservando la pianta che si capisce quando è il momento: se vedi uscire resina o i rami iniziare a ingrossarsi, allora l’attività sta per partire. Nei giardini urbani certi dettagli passano spesso inosservati, ma chi ha un melograno in mezzo alla campagna sa che sintonizzarsi sul suo ritmo è un vantaggio. Non è roba da poco.
Occhio anche al meteo, per evitare tagli fatti troppo presto che possono danneggiare la pianta. Serve esperienza e un pochino di attenzione all’ambiente, così gli interventi si fanno col giusto passo e cresce tutto uniforme, senza sorprese brutte.
Le tecniche di potatura per un melograno sano e produttivo
Potare il melograno non è roba a caso: si seguono regole precise che mirano a mantenere l’albero in equilibrio e produttivo nel tempo. Nei primi anni si fa la potatura di formazione: si costruisce una struttura robusta e luminosa, eliminando rami deboli o troppo disordinati. Così si evita il tutto esaurito di rami, che bloccherebbe luce e favorirebbe ristagni d’umidità – roba che non serve a nessuno.
Poi arriva la potatura di allevamento, quella dove si tagliano rami che si fanno concorrenza per tenere solo i più forti e ben messi. L’effetto? Più luce dentro la chioma, meno malattie e funghi in agguato. Quando arriva il periodo della frutta, può servire anche un po’ di diradamento: alleggerire i rami dal peso dei frutti è come togliere un peso di dosso, evitando rotture.
Una potatura fatta come si deve non si limita a proteggere la salute del melograno, ma stimola anche i nuovi rami robusti che serviranno per le stagioni a venire. Se hai poco spazio, è la via giusta per tenere l’albero contenuto senza che perda in produttività. Insomma, potare è una mossa strategica – una di quelle da non sottovalutare quando vuoi coltivare melograni con successo nel tempo.
